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Mancato versamento di IVA e ritenute: condonati i reati passati

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Con le nuove soglie di punibilità appena approvate dal Governo in materia di omesso versamento di IVA e contributi previdenziali, saltano anche tutti i procedimenti penali in corso nei confronti di chi non ha adempiuto agli obblighi fiscali (per approfondimenti leggi “Omesso versamento: nuove soglie di reato”). In pratica, chi si trova indagato o rinviato a giudizio per uno dei reati suddetti, o abbia anche subìto una condanna non ancora divenuta definitiva, non verrà più punito e il caso sarà chiuso immediatamente per l’assenza del reato stesso.


È questo l’effetto di un principio del nostro ordinamento penale chiamato “favor rei”: in termini pratici significa che, in caso di abrogazione di una precedente norma e di approvazione di una diversa sanzione, tra le due (quella precedente e quella successiva) si applica la più favorevole al colpevole. Se, per esempio, dovesse essere approvata una pena più elevata, continuerebbe ad applicarsi, anche ai fatti precedenti, quella anteriore, benché non più in vigore. Invece – come nel nostro caso – se dovesse essere approvata una riforma che prevede sanzioni più leggere o che faccia scattare il reato in presenza di presupposti più stringenti, la più recente legge verrebbe applicata anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore, purché non definitivamente “chiusi” con sentenza passata in giudicato.


Le nuove soglie di punibilità

A partire dall’entrata in vigore della nuova legge (che a breve sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della riforma), le nuove soglie di punibilità saranno schematicamente le seguenti

– 150mila euro per l’omesso versamento delle ritenute (sia certificate sia dichiarate nel modello 770): in passato il limite era di 50mila euro;

– 250mila euro per l’omesso versamento di Iva: anche qui in passato il limite era di 50mila euro;

– 50mila euro per indebite ritenute per crediti inesistenti;

– 150mila euro con un valore assoluto di imponibile evaso di tre milioni per la dichiarazione infedele; attualmente, il reato scatta se l’imposta evasa è superiore a 50mila euro e il valore assoluto di imponibile è pari a 2milioni di euro.


Sanatoria automatica

Dunque, chi secondo il vecchio regime, si trovava ad aver sforato la soglia del penale non verrà più giudicato colpevole nel momento in cui saranno divenute efficaci le nuove norme, anche se contro di lui il procedimento non è ancora iniziato, o è iniziato e non si è ancora concluso o, in ultimo, si è concluso ma la sentenza può essere ancora impugnata e, quindi, non è divenuta definitiva.


Se, per esempio, Tizio ha omesso di versare 60mila euro di IVA o di ritenute per il periodo di imposta 2014, accertati nel 2015, e sta subendo il procedimento penale, all’atto dell’entrata in vigore della nuova legge potrà chiedere l’assoluzione che il giudice dovrà necessariamente concedergli.

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