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I veri dati sulla disoccupazione 2016 - a fine 2015

I dati delle rilevazioni trimestrali dell’Istat, smentiscono il governo RENZI, gli occupati infatti sarebbero cresciuti nel corso degli ultimi dodici mesi ovvero fino a dicembre 2015 di 184 mila posti di lavoro, grazie quasi esclusivamente alla crescita dei dipendenti, poichè la realtà conferma che i lavoratori autonomi sarebbero diminuiti di 114 mila unità.

Nel calderone dei 298 mila dipendenti in più, rispetto all'anno precedente, quelli assunti a tempo indeterminato sono 207.000 contro i 91.000 quelli con contratto a termine.
Quest’ultimi sono un parcentuale rilevante di circa il 14% dei dipendenti (13,8 alla fine del 2014).
Delle assunzioni a tempo indeterminato invece, su 207 mila , ben 74 mila sono part time.

disoccupati

Tra i lavoratori a tempo indeterminato si stima che quasi 320 mila rigurdino in realtà la cassa integrazione (il 2,2%), che risulta essere in calo rispetto all'anno precedente del 45%, ovvero di 260 mila unità.
Nel lavoro precario, inteso nella sua accezione più ampia, ovvero coloro che hanno un contratto a tempo determinato, i lavoratori part-time e quelli in cassa integrazione, tocca più di 5,4 milioni di persone, pari al 31,7% dei dipendenti.

I disoccupati ufficialmente conteggiati dall’Istat sarebbero quindi poco meno di 3,1 milioni, in calo rispetto ad un anno prima di 367 mila unità.
Il tasso di disoccupazione scende dal 13,3 all’11,9%.

Occorre però considerare anche coloro che hanno rinunciato a cercare attivamente un’occupazione ma sono disponibili a lavorare, se solo trovassero un'opportunità. Si parla di nientemeno che 3,6 milioni di persone.

Aggiungendo anche i cassintegrati il tasso di disoccupazione effettivo arriva al 23,7%. Rispetto ad un anno prima abbiamo una diminuzione di 2,3 punti percentuali. Una buona notizia, ma non si può dimenticare che vi sono comunque 6,9 milioni di persone che non hanno un lavoro e dipendono dal sostegno pubblico o dall’aiuto di parenti e amici.

 

Questi sono i dati REALI

 

Fonte: dati Istat – rischio calcolato

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