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Lo stress danneggia il nostro cervello

Quando sei sotto stress non ti senti felice ?
i tuoi pensieri non sono più chiari e tendi ad agire in modo troppo impulsivo ed emotivo ?

Se è così, significa che hai un cervello normale. Ecco come  lo stress può influenzarlo.

No stress

1. Disattivazione della corteccia prefrontale e iperstimolazione dell’Amigdala

I ricercatori hanno scoperto che il cervello si compone di 2 parti distinte, una anteriore e una posteriore. La parte posteriore è responsabile di tutte le attività più ‘primitive’, come le percezioni sensoriali, il movimento muscolare, ecc. Essa è simile al cervello degli animali. La corteccia prefrontale invece è il nostro “cervello pensante” ed è unicamente umano. Pensiamo e pianifichiamo prima di agire e siamo dotati di libero arbitrio, per poter decidere se agire contro i nostri impulsi, oppure no. Gli animali non hanno questa parte del cervello e questo è il motivo per cui non si vedrà mai una mucca farsi la valigia e organizzarsi una vacanza.

In situazioni di stress questa corteccia prefrontale si ‘spegne’, e vedremo che ciò accade per una buona ragione.

Qui osserviamo il flusso delle informazioni che ha luogo nel cervello in circostanze normali. L’informazione va dai nostri occhi alla corteccia visiva. Poi viene inviata alla corteccia prefrontale, che valuta tutte le informazioni e decide come reagire. La decisione viene poi inviata alla corteccia motoria che controlla i muscoli.

Sotto stress questo flusso normale si interrompe. La corteccia prefrontale viene bypassata e le informazioni vanno direttamente dal sistema sensoriale alla corteccia motoria, all’interno del cervello ‘impulsivo’.

C’è una ragione logica per questo. Se stiamo attraversando la strada e vediamo che un’auto viene verso di noi, non vogliamo pensarci su e analizzare la situazione. No! Vogliamo saltare via, impulsivamente. Se per prima cosa ci mettessimo a pensare, potrebbe poi essere troppo tardi.

La disattivazione della corteccia prefrontale, quando siamo sotto stress, è stata progettata a favore della nostra sopravvivenza. Smettiamo di pensare e agiamo solo impulsivamente. Si tratta della risposta fisiologica chiamata ‘combatti o fuggi’. Il flusso del sangue si sposta dalla regione frontale a quella dell’amigdala ― il centro dello stress del nostro cervello ― che aumenta il nostro battito cardiaco e la nostra pressione sanguigna e manda in circolo nel corpo tutti i tipi di ormoni dello stress, in modo da poterci mettere in condizione di reagire rapidamente a un pericolo imminente ― per combatterlo o scappare.

Il problema è che questo meccanismo non è stato progettato per le situazioni di stress cronico che la maggior parte di noi ― troppo spesso, oggi ― si trova a dover fronteggiare. Quando siamo bloccati in un ingorgo di traffico per un’ora, mentre siamo già in ritardo per un incontro importante, non abbiamo bisogno di combattere o fuggire, tuttavia la risposta allo stress viene comunque attivata.

Quanto più il cervello sperimenta tali condizioni di stress cronico, tanto più la corteccia prefrontale arriva a disattivarsi definitivamente e il cervello così ne viene danneggiato.

relax per combattere lo stress

Questo oggi può essere chiaramente visualizzato attraverso le moderne tecnologie diimaging del cervello, come la SPECT, scansione cerebrale che misura il flusso del sangue nel cervello. L’immagine ha dell’agghiacciante.

Si è scoperto che persone altamente stressate, che manifestano una forte tendenza a un comportamento violento, spesso presentano ‘buchi’ funzionali nella loro corteccia prefrontale. (in quest’immagine abbiamo una visione della faccia inferiore del cervello). Si tratta di settori in cui non viene più rilevato un flusso sanguigno, in cui il cervello è definitivamente ‘spento’.

Contemporaneamente l’amigdala, il centro dello stress nel cervello, viene sottoposta a un’ipereccitazione. E qui la storia si ripete. Quanto più sperimentiamo condizioni di stress cronico, tanto più la nostra amigdala si abitua ad essere sempre in uno stato di allerta, finché non è più in grado di acquietarsi.

Questo creerà un circolo vizioso e lo stress creerà più stress. Quando siamo stressati perdiamo la calma più rapidamente ed è più facile ritrovarsi in una qualche lite, cosa che ci rende ancora più stressati. Per alcuni questo meccanismo evolve fino a un punto in cui non saranno più in grado di sentirsi rilassati. Anche in vacanza si sentiranno tesi e stressati. Altri, a causa di questo circolo vizioso, potrebbero anche finire in prigione, o in ospedale con problemi di cuore.

2. Riduzione degli ormoni della felicità.

Lo stress uccide letteralmente la nostra felicità. Sotto stress il cervello riduce o arresta la produzione di serotonina, il nostro ‘ormone della felicità’. È quasi come se il cervello fosse troppo occupato a produrre ormoni dello stress per ricordarsi di quelli della felicità.

Questo diventa un problema importante, quando lo stress diventa cronico e quando la produzione di serotonina risulta ridotta in modo permanente. Un basso livello di serotonina è stato collegato a una vasta gamma di problemi, come depressione, dipendenze, insonnia, emicrania, esplosioni di rabbia, disturbi alimentari, Alzheimer, ecc.

E questo porta a ulteriori problemi e a circoli viziosi ancor più pericolosi.

3.Disturbi del sonno

Una delle prime cose che vengono influenzate dallo stress è la nostra qualità del sonno. E questo è un problema grave.

Il cervello è un organo flessibile che può guarire dalle esperienze di stress. Questo è ciò che avviene naturalmente durante il sonno in cui è possibile un recupero da tutti gli stimoli stressanti che si sono dovuti affrontare durante il giorno. Il riposo è l’antidoto allo stress.

Ma quando anche il sonno diviene disturbato, perché sembra che non riusciamo più a rilassarci, entriamo in un circolo vizioso in cui il cervello è sempre meno in grado di recuperare dallo stress. Gli effetti dello stress sul cervello si accumuleranno ancora più rapidamente, influenzando ulteriormente la nostra qualità del sonno.

Dormire a sufficienza è una necessità per il nostro cervello, non un lusso.

 


4. Dipendenze

Lo stress e la conseguente diminuzione di serotonina conducono spesso a sviluppare dipendenze in quanto vogliamo semplicemente sentirci di nuovo bene e diventiamo così dipendenti da ciò che ci fa sentire bene.

Alcool, droghe e sorprendentemente anche sigarette e caffè hanno un’influenza particolare sulla corteccia prefrontale. Essenzialmente la disattivano ancora di più. Questo è ciò che la maggior parte dei tossicodipendenti desidera, ‘staccare la spina’ per un po’. Ma gli effetti a lungo termine peggiorano la situazione, come viene illustrato da queste scansioni cerebrali, che mostrando i notevoli ‘buchi’ funzionali della corteccia prefrontale dei tossicodipendenti (rif: Change your brain, change your life, Dott. G. Amen).

Grazie a questa nuova ricerca sul cervello gli scienziati hanno ora una comprensione molto più chiara del meccanismo delle dipendenze. Un alcolista sa molto bene che bere non gli fa bene, ma quando la voglia di bere arriva, la sua corteccia prefrontale ― la parte del suo cervello che è responsabile del controllo degli impulsi e che giudica le conseguenze a lungo termine delle sue azioni ― è disattivata e quindi egli semplicemente non è in grado di formulare un giudizio. Colui che soffre di una tale dipendenza entra in un altro circolo vizioso: più beve, più la sua corteccia prefrontale si ‘spegne’ e tanto più sarà difficile combattere l’impulso di bere e vincere la dipendenza.

4 modi in cui trascendere può invertire il circolo vizioso dello stress.

Gli antichi testi proclamano che Trascendere è molto più del semplice rilassamento. È l’esperienza del far ritorno alla nostra vera natura. Sostengono che sia un’esperienza fondamentale per sviluppare il nostro pieno potenziale umano.

Ciò sembra essere confermato dalla ricerca sulla tecnica di MT. La storia della Meditazione Trascendentale non è solo una storia di benefici straordinari, ma anche la storia di una straordinaria e dettagliata ricerca scientifica, che ha confermato questi benefici.

Nel corso degli ultimi 40 anni, più di 100 riviste scientifiche hanno pubblicato 350 ricerche scientifiche sulla tecnica di MT a cui hanno partecipato più di 250 diverse università e istituti di ricerca. Non c’è un solo farmaco al mondo i cui benefici siano confermati da una ricerca così dettagliata.

Queste ricerche confermano che durante la pratica della Meditazione Trascendentale si verificano profondi cambiamenti sia nel corpo che nel funzionamento del cervello che in sostanza invertono il circolo vizioso dello stress.

1.Riposo fisico profondo, molto più profondo di quello del sonno.

Se siamo in grado di portare la mente a uno stato di completo silenzio interiore, il corpo seguirà. Si sperimenterà uno stato di profondo rilassamento.

Una delle prime pubblicazioni scientifiche sulla tecnica della Meditazione Trascendentale ― uno studio dell’Università di Harvard, pubblicato su Scientific American nel 1971 ― ha scoperto che il riposo ottenuto durante la pratica della Meditazione Trascendentale è molto più profondo del riposo che di solito viene ottenuto durante il sonno. E questo profondo riposo viene anche raggiunto molto più rapidamente che durante il sonno. Più di 30 studi provenienti da università di tutto il mondo hanno confermato questi effetti.

Questo profondo riposo permette al corpo e al cervello di guarire se stesso dallo stress ― anche dallo stress traumatico ― molto più rapidamente ed efficacemente. (vedi sotto). Quanto più noi sperimentiamo questo stato, tanto più alleniamo il nostro corpo e il nostro cervello a rimanere in quello stato di quiete, anche al di fuori della meditazione.

2.Inversione degli effetti dello stress su corteccia prefrontale e amigdala.

La ricerca ha dimostrato che, mentre si trascende, anche se il corpo è in uno stato di profondo riposo, il cervello diventa più attivo. In effetti durante l’MT il flusso di sangue al cervello aumenta.

La ricerca più recente ci mostra dove avviene esattamente questo aumento del flusso sanguigno. Scansioni fMRI mostrano che, durante la pratica della Meditazione Trascendentale, nell’amigdala il flusso di sangue diminuisce, il che significa che il nostro ‘centro di allerta’ dello stress comincia a rilassarsi. L’aumento del flusso sanguigno invece interessa principalmente la corteccia prefrontale. Attraverso scansioni fMRI ora possiamo rilevare visivamente che, durante la pratica della Meditazione Trascendentale, la corteccia prefrontale viene risanata dagli effetti dannosi dello stress.

3. Aumento spontaneo della produzione di serotonina.

I testi antichi descrivono lo stato trascendentale come uno stato di pura felicità. Questo è il motivo per cui la mente è attratta da questo stato e, purché ne abbia la possibilità, vi giunge in modo naturale. La mente è sempre alla ricerca della felicità. La tecnica della Meditazione Trascendentale utilizza semplicemente quel profondo desiderio innato di lasciare che la mente trascenda, naturalmente. Siamo già geneticamente programmati per trascendere, dobbiamo solo attivare la programmazione. Questo è ciò che fa la Meditazione Trascendentale.

La ricerca scientifica ha dimostrato che la risultante sensazione di felicità interiore può essere oggettivamente misurata come un aumento delle concentrazioni di serotonina subito dopo la pratica della Meditazione Trascendentale e gli aumenti permangono più a lungo in coloro che meditano da più tempo. Questo evidenzia un altro modo in cui avviene l’inversione degli effetti sul cervello prodotti dallo stress (che causa una riduzione di serotonina).

Questo è un risultato notevole. Stiamo spendendo miliardi ogni anno in farmaci anti-depressivi che mirano a regolare artificialmente le nostre concentrazioni di serotonina, con tutti gli effetti collaterali associati. Potremmo quindi pensare che un modo naturale che ha dimostrato di aumentare la serotonina possa fare molto scalpore nella comunità medica. È senz’altro vero che un numero sempre maggiore di medici prescrivono la Meditazione Trascendentale ai loro pazienti.

. Il sonno migliora, il comportamento migliora, le dipendenze vengono sconfitte.

Il triplice effetto di inversione del circolo vizioso (attivazione della corteccia prefrontale, rilassamento dell’amigdala e aumento della serotonina) è di solito evidente fin da subito. Addirittura nel giro di pochi giorni dopo aver appreso la tecnica di Meditazione Trascendentale molte persone riferiscono di sentirsi più se stesse, di sentirsi più felici e di riuscire a rimanere più calme nelle situazioni stressanti.

L’altra cosa che migliora in tempi relativamente brevi ― di solito entro un paio di settimane di pratica della Meditazione Trascendentale ― è la qualità del sonno. Le persone si addormentano molto più velocemente, dormono molto meglio e spesso hanno bisogno di meno ore di sonno per sentirsi comunque ben riposate al mattino. In realtà diventa davvero facile per la maggior parte le persone svegliarsi 20 minuti prima per praticare la tecnica di Meditazione Trascendentale.

Dopo un po’ più di tempo ― qualche mese di pratica ― la Meditazione Trascendentale si dimostra il metodo più efficace, che sia stato indagato, per vincere la dipendenza da nicotina, alcol o droghe.  Un’ampia analisi, mai compiuta prima, di tutte le ricerche sulle dipendenze ha evidenziato che la Meditazione Trascendentale è risultata da 3 a 4 volte più efficace di qualsiasi altro metodo mai studiato prima.

Per quanto chiunque possa beneficiare nella sua vita dell’inversione del circolo vizioso dello stress, i risultati più impressionanti finora sono stati osservati nei soggetti che hanno sofferto di stress traumatico.

I risultati sono più evidenti in coloro che ne hanno più bisogno. Una recente ricerca condotta sui veterani di guerra dell’Iraq ha mostrato una riduzione del 50% del PTSD e della depressione dopo sole 8 settimane di pratica della Meditazione Trascendentale.Ref. I risultati sono stati così spettacolari che la CNN li ha presentati  in occasione dell’US Veteran’s Day. 

Questa non è che l’ennesima conferma di precedenti ricerche scientifiche condotte sui veterani di guerra del Vietnam circa 25 anni fa.

In questa ricerca il gruppo che praticava la Meditazione Trascendentale ha mostrato evidenti miglioramenti dei casi di PTSD, ansia, depressione, insonnia, ecc., tanto che, dopo soli tre mesi di pratica, il 70% dei veterani di guerra non ha più richiesto alcun ulteriore trattamento. Il gruppo di controllo che è stato sottoposto a psicoterapia non ha mostrato alcun miglioramento. Ref.

La portata dei problemi di queste persone va ben oltre a quella dei nostri. Se la Meditazione Trascendentale può aiutarli, anche quando nient’altro sembra funzionare, possiamo immaginare che possa aiutare chiunque.

Il video qui in basso mostra diversi altri esempi dell’efficacia della Meditazione Trascendentale per coloro che sono affetti da stress traumatico. Risulta quindi evidente la ragione per cui un numero sempre maggiore di scienziati, educatori, celebrità e istituzioni governative stanno sostenendo la Meditazione Trascendentale.

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