Accedi

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI

Lettera aperta di un piccolo imprenditore al presidente del consiglio (NON ELETTO)

Più che un “eroe”, gentile Presidente, mi sento un ebreo in un campo di concentramento; perseguitato, disperato, senza nessuno che mi protegga.

chiuso causa agenzia delle entrate

Mi chiamo Cesare De Stefani; con mio fratello Giacomo, possiedo due piccole aziende del settore carni: “Emporio Carni”, commercio al minuto, volume d’affari circa un milione di euro; “Salumi De Stefani”, commercio ingrosso e produzione insaccati, v.a. circa otto milioni di euro. Aziende che fino a poco tempo fa davano lavoro a quasi 40 persone. Inoltre sono l’ideatore “Osteria senz’Oste”, magico luogo tra le colline di Valdobbiadene in cui ognuno può recarsi ad assaggiare alcuni prodotti locali (vino, formaggi e salumi) a fronte di un eventuale obolo da inserire nell’apposito salvadanaio alla mercé di tutti . Nell’anno 2009 l’Agenzia delle Entrate decideva di verificare Emporio Carni sostenendo che vendeva in nero a Osteria senz’Oste; cosa “abbastanza” impossibile essendo, i 1 pochi prodotti contenuti nello sgangherato frigorifero di Osteria, dal primo all’ultimo, regolarmente incellofanati e provvisti di apposita etichetta che permette di risalire all’origine di ognuno di essi 2 .

stato ladro e assassino

In base a rigorose disposizioni igienico-sanitarie (che prevedono controlli pari a quelli degli esplosivi) tali prodotti subiscono infatti il controllo sistematico di una miriade di uffici pubblici (settore veterinario, Asl ecc.). La verifica si concludeva con una multa da 40 mila euro che abbiamo accettato di pagare con lo sconto del 50% circa per evitare “rogne”. Solo che a seguito dei gravissimi fatti che mi appresto a raccontare, abbiamo scoperto che per far “uscire” tale cifra i verificatori avevano falsificato i conti. Non contenti, due anni più tardi, sempre convinti che vendessimo in nero a Osteria senz’Oste, quelli dell’Agenzia Entrate decidevano di verificare la Salumi De Stefani. Tale controllo, avvenuto nel mese di gennaio 2012, si concludeva con addebiti per oltre 10 milioni di euro (corrispondenti a oltre un milione di salumi e sei milioni di carne in nero). Da notare che, nonostante i mostruosi rilievi di cui sopra (comportanti enorme pericolo per la salute pubblica) i verificatori si guardavano bene dall’informare le autorità (Veterinari, Nas, Nucleo Antisofisticazioni, Guardia Forestale ecc.) competenti. A distanza di pochi mesi l’Agenzia Entrate cambiava idea inviandoci un conto di “soli” 2 milioni di euro da pagare. Da quel momento venivamo contattati da consulenti di tutti i tipi che si offrivano di “trattare” con l’ufficio a fronte di parcelle intorno al 10% del “risparmiato”. Per cui decidevamo di difenderci da soli registrando i colloqui con l’ufficio (svoltisi nel mese di ottobre 2013). All’inizio i funzionari ammettevano di aver acquistato un nostro prodotto per verificare se era possibile o meno risalire alla relativa fattura di vendita; guardandosi bene, però, dal comunicarci l’esito del controllo (evidentemente a noi favorevole). In un secondo momento riconoscevano che l’accertamento di oltre dieci milioni mirava a spaventarci in vista di un eventuale “contenzioso”. Inoltre, durante gli incontri, ci “ricordavano” le altre nostre attività (come se non le conoscessimo).

1 Tant’è vero che, ogni tanto, ci viene rubato
2) Non è un caso che, partendo da una nostra etichetta, i Carabinieri di Cison Di Valmareno siano recentemente riusciti a risalire al proprietario di alcuni salumi rubati.
Dopo aver affermato che, secondo loro, la nostra evasione non superava i 200-250 mila euro, ammettevano di averla quintuplicata per tenere conto degli anni non verificati. Quando ci vedevano recalcitranti minacciavano controlli per gli anni successivi. Infine ci proponevano uno sconto di quasi il 50% a condizione che firmassimo senza leggere le motivazioni. Una volta “realizzato” che non avevamo nessuna intenzione di cedere, ci minacciavano che sarebbe venuto fuori un “casino della madonna”. Poche ore dopo decidevano di vendicarsi contro Osteria senz’Oste. Dopo la sentenza favorevole della Commissione tributaria provinciale (pubblicata 8 mesi dopo) l’Agenzia delle Entrate mandava una multa di oltre 60 mila euro a carico di Osteria senz’Oste. Nel frattempo le banche e i fornitori, venuti a conoscenza della situazione, riducevano i fidi costringendoci, a nostra volta, a ridurre i volumi di lavoro e licenziare metà dei dipendenti. All’’inizio di quest’anno informavamo i vertici dell’Agenzia dell’accaduto. Questi ultimi rispondevano che il comportamento dei funzionari… era “normale”! Da quasi un anno sto accusando (su vari giornali e tv) l’Agenzia Entrate di falsità, estorsione, ritorsione ecc. senza venire denunciato. 

Parlo dello stesso organo che ha recentemente chiesto e ottenuto una pesante condanna a carico di una persona che si era limitata ad affermare che non è reato evadere… Forte del fatto che gli avvocati non le costano nulla (e che anzi, in questo modo, può assumerne ancora di più) l’Agenzia ricorreva contro la sentenza di primo grado. L’ultimo giorno utile per le “memorie” (il 6/11/2014), evidentemente per impedirci di “replicare”, l’Agenzia scriveva alla Commissione regionale che dovevamo pagare circa 700 mila euro. Pochi giorni dopo il direttore provinciale dichiarava che potevamo cavarcela con meno di 240 mila euro. Il 17/11/2014 l’ufficio si difendeva in Commissione regionale affermando che avevamo evaso 1,2 milioni “oppure” 450 mila euro. Gli imprenditori costretti a subire tali demenziali sillogismi e comportamenti migliaia.

È in corso una fuga dall’impresa o dal paese (con conseguenze catastrofiche per tutti). Non mi resta che sperare che in Germania, oltre ai campi di sterminio, vi sia anche un giudice (a Berlino). 
Treviso, 1 dicembre 2014

Cesare De Stefani

3) Tale circostanza emergerà 8 mesi dopo a seguito della notifica dei relativi avvisi di accertamento ai quali l’ufficio aveva distrattamente allegato traccia delle ricerche su internet.

 

Leggi anche questo articolo

Commenti