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Crisi EU: Slovenia, Croazia e Serbia verso il baratro

In Croazia ad agosto la produzione industriale, dopo sei mesi di ripresa, ha registrato un forte e inaspettato calo del 4,7 per cento su base annua. Lo indicano i dati dell’Istituto per la statistica croato (Dzs) diffusi oggi. Si tratta del maggiore ribasso in quindici mesi, dal maggio 2012.

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Deflazione confermata in Slovenia, dove a settembre si e’ registrato un calo dei prezzi su base annua dello 0,3%. A livello mensile invece si ha una sostanziale stagnazione, con i prezzi cresciuti rispetto ad agosto dello 0,3%. I comparti con il maggiore calo dei prezzi sono quelli della comunicazione (-3,4%), dell’arredamento (-2,1%), del tessile (-1,2%), della sanità e dei trasporti (-0,9%), degli immobili (-0,7%) e degli alimentari (-0,4%). I dati non brillanti sulla deflazione vanno ad aggiungersi a quelli preoccupanti sul deficit, che nel primo semestre è stato del 5,5% del pil (996 milioni di euro), ben oltre le aspettative del governo espresse nella legge finanziaria 2014. Il debito pubblico è salito al 77,9% del pil: anche in questo caso c’è per la Slovenia una preoccupante dinamica di crescita del debito pubblico, che ancora nel 2008 ammontava a poco oltre il 20% del pil.

In Serbia la produzione industriale e’ diminuita del 4,3% nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2013. Nel darne notizia, l’Ufficio nazionale di statistica ha precisato che nel mese di agosto la produzione industriale e’ risultata inferiore del 13,1% rispetto all’agosto dello scorso anno. Sempre nei primi otto mesi dell’anno l’interscambio con l’estero e’ invece cresciuto del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2013.

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