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Lettera di un poliziotto a Renzi

Roma, 5 settembre 2014 – Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ci ha inviato un poliziotto…

Caro Matteo, perdonerai il tono confidenziale ma non mi sembra tu sia una persona da rigide formalità. Ti scrivo perché ho letto la risposta piccata alle proteste mediatiche di Sindacati e Cocer del settore Sicurezza e Difesa riguardo il rinnovo del blocco contrattuale del settore pubblico. Non credo ci sia bisogno di ricordare che al giorno d’oggi noi siamo fortunati ad avere un lavoro. Appurato ciò, con il rischio di cadere nella retorica, ti ricordo che siamo noi a trovarci di fronte alla rabbia e alla disperazione collettiva, sentimenti comprensibili, di chi rimane senza lavoro e futuro. Ma anche intervenire in situazioni a sfondo sociale altamente esplosive e disagiate, come anche ben risulta da molti recenti fatti di cronaca, spesso improvvisandoci psicologi, assistenti sociali, consulenti familiari, avvocati, amici, fratelli e confessori. Per sapere come stanno i miei concittadini non devo andare lontano, sai Matteo? Noi non siamo fuori dalla realtà, noi questa realtà la vediamo ed affrontiamo tutti i giorni tutto il giorno, in servizio e nel privato. Mi basta guardare i miei genitori, mio padre e la sua pensione misera dopo quarant’anni di onestissimo lavoro e malattie quasi a zero, oppure alle mille difficoltà lavorative di mia moglie e mia sorella.

Intere famiglie a volte mantenute a stento con stipendi di 1400 euro, con mogli o figli disoccupati. Anche noi viviamo questa crisi!

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Inoltre non credo ci sia bisogno come fai tu di ricordare che in Italia ci sono 5 corpi di Polizia più le locali, perché è il parlamento a dover risolvere e porre fine a questa assurda frammentazione, comunque voluta e fino ad oggi difesa dalla politica, non certo da noi che lavoriamo sulla strada e che sicuramente non ne traiamo beneficio! Caro Matteo, quello che non hai capito è che noi non vogliamo un aumento di stipendio, lo sappiamo che in questo momento anche la sola ipotesi sarebbe dannatamente fuori luogo, ci mancherebbe, ma almeno il rispetto degli scatti di ruolo/grado e anzianità.

Non mi piace fare esempi personali, ma dopo l’ultimo scatto potrei trovarmi a dirigere nove persone (in Ordine Pubblico e non in un comodo ufficio), con lo stipendio di cinque anni fa ma non certo lo stesso potere d’acquisto. Gestire colleghi quando sei bersagliato da bottiglie, sassi e bombe carta non è facile, sai Matteo? Essere il referente unico della rabbia sociale non è una passeggiata; Il rumore, il battito del cuore e il tuo respiro amplificati dal casco che limita a possibilità di comunicare i tuoi ordini. Per fortuna L’addestramento insegna gestirci ed a sopperire ai limiti umani. Non dimentichiamo poi le grosse responsabilità penali e civili! Non so se leggerai questa mia missiva, ma tanto per rimanere sul pezzo tra qualche giorno, come tanti altri colleghi, dovrò sottopormi al test di Mantoux per la TBC dopo aver prestato servizio in Cie e Mare Nostrum. Fammi gli auguri che ne ho bisogno, io li farò a te per il tuo lavoro.

Ciao da un “cretino” in divisa

SC

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