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Concorso in RAI, 100 nuove assunzioni per giornalisti

Nuove assunzioni nella Radiotelevisione Italiana, la società concessionaria che ha l’esclusiva del Servizio Pubblico radiotelevisivo. La Rai, che realizza canali televisivi, radiofonici, satellitari, su piattaforma digitale terrestre, nata nel lontano gennaio 1954 seleziona nuovi giornalisti, questo grazie all’accordo siglato con Usigrai, ossia l’Unione sindacale dei giornalisti Rai. L’accordo prevede una selezione pubblica per giornalisti, gli aspiranti devono essere in possesso di un unico requisito, essere giornalisti professionisti.

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I candidati saranno valutati unicamente su prove professionali con un’attenzione particolare all’innovazione tecnologica, ai titoli di studio e formativi.

L’avviso di selezione sarà pubblicato entro il 24 febbraio e prevede che venga redata una graduatoria con validità triennale, da cui verranno reperiti i 100 giornalisti idonei alla posizione.

Queste nuove assunzioni oltre alla reale necessità dell’azienda anche un modo per riavvicinare la RAI ai cittadini visto il rinnovo della Concessione previsto per il 2016.

L’accordo siglato con Viale Mazzini, con queste parole, viene commentato dall’ esecutivo Usigrai “E’ la Rai che ci piace. E’ la Rai che vogliamo. La selezione era uno dei cardini dell’accordo sindacale firmato a luglio dall’Usigrai”, il cui significato sta ad indicare che con questa selezione si avvia una trasparenza indispensabile per il servizio pubblico.

Non dello stesso parere altre sigle sindacali come Slc, Fistel, Uilcom, Ugl Tlc e Snater, che con queste parole esprimono il loro dissenso “A sette mesi dalla firma dell’accordo che doveva portare ad una regolazione del mercato del lavoro, ad un cambiamento generazionale mediante l’uscita volontaria del personale più anziano e l’assunzione di giovani, la Rai, a fronte dell’uscita di 400 lavoratori (nella maggioranza maestranze fondamentali per il processo produttivo) non ha assunto un solo giovane attraverso selezione pubblica di apprendisti. Questo, oltre a segnare un ritardo gravissimo nell’applicazione dell’accordo tra le parti, sta mettendo in discussione la capacità produttiva interna. Interi reparti dei centri di produzione e le sedi regionali sono ormai al collasso”.

 

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