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Equitalia: fermare le cartelle pazze

Per una volta maggioranza, opposizione e governo sono d’accordo. Tutti uniti per approvare entro la fine della legislatura un provvedimento in grado di tutelare i contribuenti dalle cartelle pazze.

Il ddl 1551 è stato presentato dall’Italia dei Valori tre anni fa in Senato. «Disposizioni per l’annullamento obbligatorio in autotutela delle cartelle esattoriali prescritte». Solo recentemente, però, è stata trovata una convergenza con gli altri partiti. Ora l’iter procede spedito. Ieri l’ultimo esame, la prossima settimana il provvedimento potrebbe essere approvato nella commissione Finanze. Per essere certi della definitiva approvazione, ora si cerca la sponda del governo. Il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani si è già detto favorevole al progetto di legge. Per accelerare i tempi l’esecutivo sarebbe anche disponibile a inserire il provvedimento in un decreto.

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«Ormai non ci speravo quasi più» racconta il primo firmatario del ddl, il dipietrista Giuseppe Caforio. Il tema in discussione è particolarmente sentito. «È ormai un fenomeno noto che molti cittadini o imprese si siano visti notificare cartelle di pagamento da parte degli agenti per la riscossione, per tributi o sanzioni amministrative prescritti anche da lungo tempo - si legge nel testo - Purtroppo sino ad oggi le società incaricate per la riscossione dei tributi, ed oggi Equitalia SpA nelle varie diramazioni territoriali, hanno provveduto comunque a procedere con la notifica degli atti di riscossione, quando avrebbero potuto evitarlo annullando d’ufficio gli atti ormai prescritti, ben prima della notifica degli stessi, comportando aggravi di spese per i cittadini costretti a ricorsi giurisdizionali e sovraccaricando gli stessi uffici giudiziari».

«Io stesso - ricorda il senatore Caforio - tempo fa mi sono trovato un’ipoteca sulla casa senza saperne il motivo». L’idea del provvedimento è nata così. L’obiettivo è quello di prevedere la «nullità assoluta della cartella esattoriale mancante dei requisiti essenziali ove non ci sia risposta dall’Ente impositore entro 220 giorni». Un freno ad Equitalia, dunque. Ma anche ad altri enti, a partire dai comuni. «Spesso - racconta Cafiorio - si tratta di cartelle emesse a fronte di rate già pagate o non dovute. I danni per cittadini e imprese sono enormi».

«Peraltro - si legge ancora nel ddl - il presente disegno di legge colma un vuoto normativo rendendo obbligatorio un semplice atto d’autotutela che in precedenza era lasciato alla semplice facoltà delle società incaricate per la riscossione dei tributi, le quali verranno obbligate ex lege alla cancellazione d’ufficio, automatica, dei tributi e sanzioni amministrative prescritte». Sanzioni pesantissime sono previste, ovviamente, per quei contribuenti che presentino richieste di annullamento basate su «documenti non rispondenti al vero o falsi».

Perché per arrivare alla prima approvazione ci sono voluti più di tre anni? «Perché non c’era interesse - ammette Caforio - È molto triste che un parlamentare dica una cosa del genere: ma lo sa quanto è difficile far passare una norma in favore dei cittadini?».

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