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Blocco in Sicilia, i media non ne parlano

Da qualche giorno, più precisamente dal 16 gennaio, la Sicilia sta vivendo una situazione di blocco, una protesta dei trasportatori contro il caro carburanti, contro l'eccessivo "zelo" di chi riscuote le cartelle esattoriali e contro un sistema economico e fiscale che penalizza i produttori e gli agricoltori, e che finora ha permesso ai mercanti di rimpinguare le proprie tasche grazie a controlli evanescenti come una nebbia di primavera.

 

Analizzando le richieste del "Movimento dei Forconi", non c'è niente di irragionevole. Si tratta di un popolo di lavoratori che rivuole la dignità del proprio mestiere.

movimento forconi

Ma l'aspetto più strano di tutta la faccenda, è che nessun TG nazionale ha riportato della protesta fino a poche ore fa. I media l'hanno ignorata, preferendo riportare delle visite del presidente Monti in Europa e delle rubriche di cucina.

Perchè tutto questo?

Come può, un sistema informativo che ama definirsi libero ed imparziale, ignorare una protesta civile così drammatica e duratura?

 

Io, personalmente, ho saputo della protesta tramite amici siciliani, come me molti che hanno appreso del blocco tramite i social network.

 

Per un attimo ho pensato a mio zio, siciliano, che coltiva limoni per passatempo, perchè se lo facesse per professione morirebbe di fame, visto che è costretto a venderli al commerciante per pochi centesimi di euro al chilo, mentre pochi giorni fa una retina da un kg di limoni l'ho acquistata, in un supermercato di una grande catena, per 2.5 euro.

 

Tra produttore e consumatore c'è un ricarico sul prezzo delle merci che non finisce nelle tasche di chi produce.

Da difensore dell'Euro, devo purtroppo ammettere che questo è un male che ci affligge da quando la moneta unica è stata istituita. Non è colpa dell'Euro, ma di chi non ha vigilato sulle conversioni, di chi ha permesso quell'infausto cambio a 1936,27 lire e poi se n'è infischiato di istituire un ente efficace che placasse la corsa al raddoppio fatta dai negozianti italiani.

 

E' vero, ci sono alcuni beni per i quali non c'è stato affatto il raddoppio, ma prendendo in esame i piccoli prodotti che si acquistano quotidianamente, come un kg di pane, un pacco di pasta, un litro di latte, si nota subito l'inghippo.

Chi ricorda la lira non avrà fatica a capire che 1.30 euro è un prezzo troppo alto per un litro di latte (che a un allevatore viene pagato 15 centesimi al litro e rischia anche la multa per le quote latte).

Un kg di pane arriva a costare anche 3 euro, equivalgono a circa 5800 lire, vi sembrava questo il prezzo del pane in lire?

 

Da bambino le patatine in busta, quelle che si acquistano nei bar, costavano 500 lire. Oggi da 80 centesimi a 1 euro, ovvero circa quattro volte tanto e i bambini di oggi non sanno certo quanto valeva la lira, quindi non si fanno problemi a chiedere il pacco di patatine al genitore di turno.

 

Tornando al motivo per cui scrivo questo post, la politica ha fallito l'appuntamento con l'Euro, ha fallito quasi tutto negli ultimi anni. E a questo ora dobbiamo anche aggiungere un sistema di informazione che tace le notizie ai cittadini.

Allora mi domando, ma siamo ancora in un paese libero e democratico?

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