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C'è un messaggio politico dietro gli abiti della prima uscita dopo il matrimonio?

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La prima è stata Michelle Obama, con quel vestitino giallo comprato dal catalogo di J. Crew. Un vestitino grazioso ed economico, che le donava molto, e che è andato subito esaurito.


In questi giorni, le sorelle Middleton hanno scelto Zara come marchio dominante della prima uscita post-matrimonio del secolo. Kate e Pippa sono uscite dal Goring Hotel indossando rispettivamente un abito azzurro e una giacca con maniche a tre quarti nera, e un paio di pantaloni bianchi con un blazer blu elettrico.

Certo, si fa presto a stare bene con tutto quando si è effettivamente belle e alte e magre come le sorelle Middleton, che hanno l'aria di saper rendere chic anche un sacco di iuta. Ma non è questo il punto: il punto è che dietro la scelta della First Lady, della Duchessa di Cambridge e della di lei sorella c'è un preciso intento politico. Una dichiarazione di intenti che sta a metà fra l'esibizione di virtù (“Guarda come siamo modeste e risparmiatrici”) e le scuse (“Sì, costiamo un sacco di soldi ai contribuenti, ma risparmiamo dove possiamo”), e che in tempi di crisi non passa certo inosservata.

I tempi delle principesse in Chanel generico sono finiti da un po': ora si oscilla fra il patriottico (Kate che veste Alexander McQueen per il regale sposalizio, Michelle che dà visibilità a una serie di giovani designer americani semi-esordienti) e il frugale. Anche l'abito lancia un messaggio: ma non sempre lo stesso.

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